mercoledì 17 marzo 2010

"Una maglia rotta nella rete."


Istanti
Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita
nella prossima cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei pochissime cose sul serio.
Sarei meno igienico,
correrei più rischi,
farei più viaggi,
guarderei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei più fiumi,
andrei in posti dove mai sono andato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali e meno immaginari.
Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente
e precisamente ogni minuto della sua vita;
certo che ho avuto momenti di gioia
ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.
Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,
solo di momenti, non ti perdere l'oggi.
Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,
una borsa d'acqua calda, un ombrello e un paracadute;
se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera
e continuerei così fino alla fine dell'autunno.
Farei più giri nella carrozzella,
guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,
se avessi un'altra volta la vita davanti.
Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.
(Jorge Luis Borges )
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Questa poesia che molti attribuiscono al grande poeta e scrittore argentino Borges ed altri si divertono a smentire sul web, perché sarebbe di altri; ci offre, comunque, lo spunto per qualche riflessione sul grande scenario che noi chiamiamo vita. Quando vieni al mondo, ti ci vuole un po’ a capire dove sei capitato veramente. La sana incoscienza giovanile ti fa metabolizzare gli aspetti negativi come se appartenessero solo agli altri; finchè non ti va a capitare la morte di un amico, la malattia di un parente e allora cominci a capire che la vita non è proprio il mondo dei balocchi. La scuola sarebbe un’occasione per accendere la sete che ciascuno di noi ha di conoscenze; ma è disturbata dall’incalzante voglia di divertimento dell’adolescenza e, spesso, si studia ” tanto per ”…. Viaggiare è visto più come desiderio di conoscere coetanei, visite di negozi di tendenza che voglia di approfondire saperi appresi nelle aule scolastiche. Solo da grande provi gusto alla lettura, hai voglia di conoscere posti sperduti della terra e ti accorgi di non avere i mezzi e tantomeno tempo sufficiente. E più si srotola la vita e più ti accorgi di quante coincidenze stai perdendo. I poeti hanno spesso una concezione pessimistica della vita; basti pensare ad uno per tutti, il Leopardi. Eugenio Montale parla del “male di vivere” e dell’atteggiamento di distacco dignitoso dalla realtà che l’uomo assume di fronte allo scorrere vitale : essere come una statua, indifferente a tutto. Quando perdiamo occasioni e non viviamo, ci comportiamo anche noi come la statua. Questa indifferenza non è sempre concessa al poeta, il quale è, spesso, preso dalla nostalgia di un mondo diverso, dall'ansia di scoprire "una maglia rotta nella rete / che ci stringe", "lo sbaglio di natura", "che ci metta nel mezzo di una verità". Noi, proprio come fa il poeta, presi dalla nostalgia di un mondo diverso, dovremmo scoprire al più presto quella “maglia rotta nella rete” e vivere senza remore.
Buona vita!
Maestrocastello.

1 commento:

  1. colotti.giovanni@alice.it19 marzo 2010 alle ore 07:06

    dobbiamo proprio imparare ...a vivere meglio...!!!
    Un abbraccio

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