mercoledì 31 marzo 2010

Una tazza di tè.

Un maestro Zen ricevette una volta un illustre professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen. Il maestro servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite e poi continuò imperterrito a versare. Il professore guardò traboccare il tè e, non riuscendo più a trattenersi, esclamò risoluto: “E’ Ricolma! Non ce n’entra Più!” “Come questa tazza”, disse allora il maestro, “tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”.

Riflessioni……

I presuntuosi, dopo gli ipocriti, sono mal sopportati dalla gente. Eppure quante persone incontriamo nella vita o vediamo semplicemente in televisione, sia essi politici o gente dello spettacolo, che dicono di sapere tutto, che amano ascoltarsi, che ti danno le ricette sul come vivere, che pensano di suscitare ammirazione e ci lasciano invece totalmente indifferenti. Una persona virtuosa lascia che siano gli altri a scoprirne tutto il valore. Eppoi, chi di noi sa abbastanza da ritenersi sapiente! Socrate che era un vero sapiente sosteneva la tesi della “docta ignorantia” ; infatti, di fronte alla vastità dello scibile umano si sentiva smarrito, tanto da dire: “so di non sapere”. La presunzione fa nascere l'invidia, l'arroganza, il disprezzo, l'indifferenza e talvolta induce a commettere abusi e violenze nei confronti degli altri. Prendete i dittatori della storia, vittime della loro presunzione di onnipotenza ; che fine hanno fatto? Suicidi, finiti in solitudine o morti appesi nelle piazze. Una brutta cosa la presunzione che consiglierebbe, ogni tanto, un bel bagno di umiltà per vivere meglio la nostra vita. Alessandro Manzoni diceva una grande verità: “Tanto grande è un uomo, quanto più sa farsi piccolo” e non stiamo certo parlando della statura fisica!
Buona vita!
Maestrocastello.

3 commenti:

  1. Questa società che mira solo alle "eccellenze" è un'ottima fucina di presunzione ed arrivismo

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  2. Lc 14,1.7-14

    Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo.
    Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: “Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”.
    Disse poi a colui che l’aveva invitato: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
    Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti”.

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