martedì 20 aprile 2010

Giocavamo a bottonella.


Dove si giocava una volta…….

Io crescevo e stavo tutto il giorno per la strada con le amiche a giocare a bottonella. Per giocare andavamo a staccare tutti i bottoni dai vestiti e dai cappotti.
Avevamo mucchi di bottoni di tutti i colori. Quelli dorati erano i più preziosi, valevano un milione; quelli neri mezzo milione, poi c’erano i rossi e i gialli, di uguale valore. I bianchi valevano meno di tutti. I bottoni verdi portavano sfortuna e nessuno li voleva. Mia madre si arrabbiava quando andava per mettersi un vestito e lo trovava senza bottoni. Ne aveva uno nero e a lei piaceva molto. Ogni volta che lo trovava senza bottoni mi riempiva di schiaffi. Poi comprava degli altri bottoni e con pazienza li ricuciva. Ma, passato qualche giorno, io glieli staccavo di nuovo.
(adatt. Da Dacia Maraini)
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Dove si gioca oggi………

Nel mio quartiere io e i miei amici giochiamo soltanto quando il portiere del palazzo non c’è. Quando c’è lui, non ci azzardiamo a giocare al pallone; ci manda via e dice che noi gli rompiamo i fiori che ha piantato. Allora, noi ce ne andiamo a giocare nel cortile di un’altra casa. Anche lì la gente reclama: dice che noi non siamo di quel palazzo, dice che siamo grandi e che rompiamo i vetri delle finestre. Ci mandano via anche da lì. Allora, non sapendo dove andare, ci mettiamo a giocare per la strada. Passano automobili, autobus, motorini che non vanno piano… Come se non bastasse dobbiamo stare attenti al vigile che, se ci vede giocare, ci toglie il pallone…
(adatt. Da “Tre bestemmie uguali e distinte” di A. Frassinetti, Feltrinelli)
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Il gioco è una forma piacevole di apprendimento. Dietro ad ogni attività ludica si nasconde un'espressione creativa e funzionale, strettamente legata allo sviluppo dell'intera personalità del bambino in quanto coinvolge l'atto motorio, il pensiero, il linguaggio e soprattutto la sfera emotiva di ogni individuo. Quando il bambino gioca “a far finta di “ imita il mondo dei grandi, apprende meccanismi e regole che ritroverà una volta cresciuto. Ma dove giocano ora i bambini? Quando i figli erano adolescenti, ce li gustavamo, noi stando in finestra e loro a scorazzare nel cortile sottostante. Erano continue litigate con chi, avendo perso memoria di aver avuto figli pestiferi, si lamentavano del vociare dei nostri.
Ora possiamo stare anche ore alla stessa finestra che non c’è l’ombra di un solo bambino. Dove sono finiti tutti i bambini? I nostri figli, ormai uomini, sono in giro a guadagnarsi la “stozza” e si guardano bene dal mettere al mondo figli che è sempre più difficile mantenere. Quei pochi sono reclusi nel chiuso degli appartamenti, in scuole a tempo sempre più pieno, piscine, palestre o nelle varie scuole di danza e di canto. Credo che difficilmente il nostro cortile rivedrà ancora tanti bambini vocianti di un tempo.
Buona vita!
maestrocastello

1 commento:

  1. il gioco: non esiste più il gioco che permette ai bambini di crescere la loro fantasia e divertimento. Tutto è predisposto ,vedi p.c. ,play station, wii etcc.... Sono bambini si intelligenti ma privati di quella libertà che solo il gioco di "strada" con coetanei e in amicizia gli permetterebbe un comportamento adeguato alla loro età.Purtroppo sono dell'idea che tutta questa tecnologia faccia saltare delle tappe importanti

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