giovedì 22 aprile 2010

Il sogno della fantasia. (vedere il mondo comune in modo non comune).



La sorgente del fantastico ordinario è materiale, esterna, obiettiva. Dall’anima stessa degli uomini, ho immaginato di farli pensare e sentire in modo eccezionale davanti a fatti ordinari. Invece di condurli in mezzo a peripezie bizzarre, in mondi non mai veduti, in mezzo ad avvenimenti incredibili, li ho posti davanti a fatti della loro vita ordinaria, quotidiana, comune, ed ho fatto scoprire a loro stessi, tutto quello che c’è in essa di misterioso, di grottesco, di terribile. Ho messo degli uomini con una coscienza più acuta e più vasta, con un senso più raffinato e insieme quasi ingenuamente puerile, in mezzo alla loro stessa esistenza, in faccia al loro stesso mondo. Noi siamo abituati a questa esistenza e a questo mondo e non ne sappiamo più vedere le ombre, gli abissi, gli enigmi, le tragedie e ci vogliono ormai degli spiriti straordinari per scoprire i segreti delle cose ordinarie. Vedere il mondo comune in modo non comune: ecco il sogno della fantasia.
(Giovanni Papini – “Il tragico quotidiano” 1906).
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Il concetto di fantastico che è molto presente nella letteratura e nell’arte della modernità, fa parte del patrimonio di tutti i popoli, appartiene alla tradizione orale che nella narrazione mescola il reale al meraviglioso. Il mito, la leggenda sono state invenzioni necessarie di ogni popolo che ha attinto da elementi del reale, trasformandoli con quel pizzico di fantasiosità; per celebrare fatti o personaggi fondamentali per la sua storia, oppure per spiegare qualche caratteristica dell'ambiente naturale e per dare risposta a dei perché. I tempi non cambiano, infatti oggi abbiamo le “leggende urbane” o “leggende metropolitane”, storie insolite e curiose, raccontate dalla gente, che acquistano credibilità passando di bocca in bocca. Anche l'uomo d'oggi lavora con la fantasia su aspetti della realtà che lo circonda, che gli fa inventare e raccontare fatti che, spacciati per veri e creduti tali, anche se privi degli elementi fantastici e meravigliosi presenti nelle leggende popolari, soddisfano il bisogno universale di storie e rafforzano l'appartenenza ad un certo ambiente. La letteratura del fiabesco, però, ci ha sempre immerso in realtà dell’irreale, condotti “in mezzo a peripezie bizzarre, in mondi non mai veduti, in mezzo ad avvenimenti incredibili”. Eppure abbiamo tanto materiale proprio sotto inostri occhi, il mondo ordinario, di cui non riusciamo sempre a scorgere tutto quello che c’è in esso di misterioso, di grottesco, di terribile. Occorre, come dice Papini, essere persone con “una coscienza più acuta e più vasta, con un senso più raffinato e insieme quasi ingenuamente puerile, in mezzo alla loro stessa esistenza, in faccia al loro stesso mondo.” E' un pò come vedere figure tridimensionali, adoperando le tecniche consigliate; all'improvvisa vedi l'altezza e la profondità nei disegni che prima erano piatti. Occorre essere degli spiriti straordinari. Questi spiriti sono gli artisti che hanno una lente speciale, capace di immergersi nel profondo delle cose ordinarie, per scovare quanto di straordinario esiste in esse. Questa capacità l’avevano Goya e Picasso, ad esempio, che carpivano aspetti grotteschi del reale che hanno sconvolto ed entusiasmato la critica mondiale. Dovremmo sforzarci anche noi di raggiungere quel mondo della fantasia guardando, di tanto in tanto, il mondo ordinario in modo insolito; solo così potremo trasformare una vita banle in autentica arte.
Buona vita!
maestrocastello

1 commento:

  1. colotti.giovanni@alice.it23 aprile 2010 alle ore 06:25

    E' SEMPRE UN PIACERE LEGGERTI...(PER QUANTO SCRIVI BENE E CON CHE FACILITA' SPAZI DA UN ARGOMENTO ALL'ALTRO!!!)...ANCHE SE LA TUA SCONFINATA PREPARAZIONE CI METTE DI FRONTE LA NOSTRA ABISSALE...IGNORANZA...!!!! GRAZIE DI TUTTO
    UN ABBRACCIO, A PRESTO

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