lunedì 10 maggio 2010

Ministro, lei s'era accorto del crollo al Colosseo?


Era la notte di due giorni fa, quando un pezzo di intonaco si è staccato dalla struttura originale del Colosseo. Un pezzo non molto grande: circa mezzo metro quadrato di spessore, che, cadendo dalla volta di una delle gallerie, ha rotto la rete di protezione che era stata collocata tra gli anni ’70 ed ’80 ed è rotolato giù da uno degli ambulacri del primo piano, quello dove vengono ospitate le mostre. La notizia non desterebbe scalpore se non si trattasse della ricchezza archeologica italiana d’eccellenza nel mondo, uno tra i monumenti più visitati in assoluto del pianeta. Il mondo istituzionale ha cercato subito di rassicurare, affermando che tutto è sotto controllo: ("è come se in casa fosse sbattuta una porta"); intanto le preoccupazioni aumentano visto che negli ultimi giorni altri resti di epoca romana sono stati interessati da crolli, vedi il cedimento della galleria della Domus Aurea. Questi fatti offrono uno spunto di riflessione sull’arte nostrana. La presenza sul nostro territorio di un così consistente patrimonio storico-artistico dovrebbe oltre che renderci orgogliosi, anche particolarmente sensibili a sviluppare strategie volte ad assicurare il più possibile la conservazione delle opere che il mondo ci invidia; ma questo non sempre accade. Perché? In Italia ci riempiamo tanto la bocca di cultura, ma spesso è solo un parlare se poi disertiamo numerosi quei luoghi che sono cibo per la mente e dire che sono a portata di mano. Prendiamo la politica, si comporta proprio come la gente comune, quando, pittosto che preservare tanti luoghi di cultura dal degrado , predilige solo ciò che attiene ai voti. Ironia della sorte, si era fatto tanto parlare di Colosseo nei giorni passati e chissà se quel famoso ministro che abita proprio di fronte si sarà accorto del crollo; pare difficile, se non si era neppure avveduto che gli avevano saldato la casa! Ora faranno a cazzotti a selezionare il restauro al miglior offerente ed è pronta una torta fatta di immagine, guadagni in denaro e ghiotta propaganda politica. Lancio un appello all’anonimo benefattore che opera in zona, pagando case all’insaputa dei neoproprietari. “ Per favore, finanzia tu i lavori di restauro del Colosseo, accettiamo anche se agisci in incognito e te ne saremo grati doppiamente, come amanti dell’arte e come contribuenti!” Come Paese non ci meritiamo, forse, la bellezza dei monumenti che la storia ci ha donato. Siamo più interessati alle partite di calcio, alle lotterie e al Festival di San Remo e non siamo stati abituati fin da piccoli a visitare le numerose città d’arte italiane, come fanno i ragazzi stranieri. Abbiamo immensi tesori e non li sappiamo sfruttare. Se fossi uno che conta terrei monumenti e musei aperti anche di notte, dando lavoro a tanti giovani e la possibilità al turista di capitalizzare al meglio la sua trasferta italiana. Caro ministro, evitiamo tante manifestazioni mondane troppo a ridosso del nostro Colosseo, la presenza di traffico nuoce alla stabilità dell’antica struttura, calmieriamo il biglietto d’ingresso e tant’altro; a queste cose mettiamoci mano, altrimenti è meglio vendere ad un ricco paese straniero che ne avrebbe una cura maggiore.
Buona vita!
Maestrocastello.

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