lunedì 3 maggio 2010

Perchè pregare?


La preghiera è l’unione personale con Dio visto proprio come una persona a cui ci rivolgiamo.. L’atto di pregare è pratica comune a tutte le religioni che permette all’uomo , attraverso la parola o il semplice pensiero di invocare, chiedere aiuto, lodare o ringraziare la dimensione del sacro. Il pregare è nella religione ciò che il pensiero è nella filosofia, come diceva Novalis. Racconta la Bibbia che ogni volta che Mosè pregava, alzando le braccia e tenendo il bastone puntato verso il cielo, Israele vinceva; mentre quando le abbassava, perdeva e così dovevano tenergli le braccia protese in preghiera per tutto il tempo che durò la battaglia. I nostri padri contadini pregavano per ottenere pioggia per i loro campi. Dov’era la preghiera? Nella pioggia! Dov’era la pioggia? Nella preghiera! Stava proprio lì. Ciò che essi facevano per trovare la pioggia è preghiera. Pregavano per settimane, senza scoraggiarsi e spesso senza risultati positivi; ma pregavano lo stesso. Il viandante irlandese prega perchè sia la strada al suo fianco, il vento sempre alle sue spalle; che il sole splenda caldo sul suo viso e la pioggia cada dolce nei campi attorno e che Dio possa proteggerlo nel palmo della sua mano. ( lo dice San Patrizio). Quello di pregare è un bisogno costante che abbiamo; è un po’ come rivolgerci al nostro “analista celeste”, al benzinaio di fiducia che provvede a fornirci quel carburante necessario per affrontare il percorso tortuoso che è la vita. Ma se Dio già sa tutto; perché pregare? Anche la persona che amate già sa che l’amate; eppure ama sentirselo dire. Fate conto che Dio sia la persona che amate e state certi che ama molto sentirselo dire. Non servono libri o grandi parole; va bene anche una frase appena accennata; basta ch’è detta col cuore. Ascoltate, a proposito, la storiella che segue:

La preghiera dell'alfabeto.

Un contadino povero, nel rincasare la sera tardi dal mercato, si accorse di non avere con sé il suo libro di preghiere. Al suo carro si era staccata una ruota in mezzo al bosco ed egli era angustiato al pensiero che la giornata finisse senza aver recitato le preghiere.
Allora pregò in questo modo: «Ho commesso una grave sciocchezza, Signore. Sono partito di casa questa mattina senza il mio libro di preghiere e ho così poca memoria che senza di esso non riesco a formulare neppure un'orazione. Ma ecco che cosa farò: reciterò molto lentamente tutto l'alfabeto cinque volte e tu, che conosci ogni preghiera, potrai mettere insieme le lettere in modo da formare le preghiere che non riesco a ricordare».
Disse allora il Signore ai suoi angeli: «Di tutte le preghiere che oggi ho sentito, questa è senz'altro la più bella, perché è nata da un cuore semplice e sincero».

(dal libro "La Via dell’Umorismo, 101 burle spirituali"
di Gianluca Magi - Panozzo Editore)

Buona vita!
maestrocastello.

1 commento:

  1. amicusplato/OKNOTIZIE4 maggio 2010 alle ore 00:13

    Belle riflessioni :-)) e simpatica la "preghiera" del barrocciaio

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