giovedì 18 dicembre 2008

12 luglio. Voglia di fare un bagno.


Per sfuggire ancora una volta all’orda dei bagnanti domenicali siamo approdati in un mare fatto di soli scogli; un posto sconosciuto ai più e battuto solamente da avventurieri metropolitani quali noi siamo. Mi avventuro, a disagio, tra sassi taglienti, addolciti solamente dal lavorio dell’acqua in cui si specchiano e rimandano un’immagine più fascinosa di sé; tant’è che mi faccio coraggio e cammino tra di essi alla ricerca di uno specchio d’acqua, il più consono al mio imminente scopo: fare assolutamente un bagno! La patina di melma verdastra inganna il mio piede ed avverto subito che una punta maledettamente tagliente mi si è conficcata nell’alluce e ciò smonta il mio desiderio di procedere oltre quel sasso. Mi guardo un po’ intorno per il sopraggiunto imbarazzo; ma presto mi rassicuro che sono proprio da solo e nessuno ha assistito al mio disagio. Decido allora di sedermi adagio sopra un masso che mi sembra liscio, con la speranza che nel frattempo si è fatta quasi ossessione di bagnarmi in qualche modo! In quella posizione da vero imbecille non posso fare a meno di contemplare, ad uno ad uno, tutti quegli iceberg di pietra che in quel punto vomita il mare. Le rocce assumono le forme più strane ed invitano l’immaginazione a riconoscere in esse sagome umane o forme di animali. Spinto da puerile curiosità mi arrampico alla volta della più maestosa vetta circostante e non posso fare a meno di notare le crepe in mezzo ai massi e i vari colori dei sassi nell’acqua che lambisce tutta intera la fiancata. Mentre avanzo, le onde picchiano impetuose su di essa e l’onda successiva sembra fare a gara con quella precedente, come per stabilire una specie di primato ideale. Quando decido di guadagnare la vetta di quel prepuzio che si staglia a mò di fallo gigantesco su quell’ampio tratto di mare; mi accorgo che qualcuno già mi ha preceduto. Un enorme cormorano troneggia proprio in cima allo scoglio, precisamente là dove avrei desiderato essere io. Se ne sta impassibile e se ne fotte altamente di uno scalcagnato come me che si era illuso magari di mettergli paura. Lui sì che domina veramente il mare circostante e la fa da padrone sui pesci che si guardano bene dal passare nei paraggi. Volendo, con una semplice apertura di ali, potrebbe raggiungere quell’ampio tratto di cielo e mare che invece intimidisce me che resto impacciato tra quei sassi; capace nemmeno di fare un bagno appena decente!
tratto da " Chiuso per ferie " monografia di g.castello (1996).

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