sabato 20 dicembre 2008

La "card " dell'Emporio Caritas.



Sono ormai diversi mesi che i media ci tempestano giornalmente di bollettini di guerra sullo stato comatoso della finanza internazionale. A testimoniare che si tratta di crisi vera sono le notizie negative che ci giungono da oltreoceano, dove un colosso mondiale quale quello americano sta peggio di un malato terminale. Nonostante tutte le rassicurazioni, anche in Italia si vedono i segni tangibili di una crisi profonda : le vicende Alitalia che provocheranno sicuramente la perdita di migliaia di posti di lavoro, il governo che (fatto nuovo) è dovuto intervenire per sostenere le banche, molti esercizi commerciali costretti ad abbassare le saracinesche, aziende nazionali quali la Fiat che ha annunciato la cassa integrazione per oltre 40.000 dipendenti. A poco valgono le esortazioni dei politici a spendere per sostenere l’economia del paese quando il potere d’acquisto degli stipendi è sempre più ridotto, causa l’introduzione dell’euro e la stagnazione dei contratti che non coprono mai l’inflazione reale del Paese ; siamo in fondo alla classifica europea, appena prima di Grecia e Portogallo. La conferenza nazionale sulla famiglia fornisce dati agghiaccianti per l’Italia, bizzarro paese, dove tutta la ricchezza è nelle mani del 10% della popolazione. Circa 3 milioni di famiglie sono povere, pari a 7 milioni e mezzo di persone che vivono con appena 5-600 euro al mese; stanno peggio solo barboni, mendicanti e clochard. Il dato più inquietante è l’alto numero dei nuovi poveri, quelli che qualche anno fa avevano una situazione tranquilla e poi il tonfo! Separazioni, mutui non più sostenibili, perdita del posto di lavoro, monoreddito familiare e tante altre sono le cause che fanno di queste persone degli autentici “equilibristi” che devono far spazio solo al necessario, per evitare di precipitare. Il sostegno a queste persone? Solo fiumi di parole nei dibattiti della televisione che servono solo ad “esorcizzare” il problema in modo virtuale e non a cercare di risolverlo realmente. Le contromisure prese dal governo con l’ultima finanziaria hanno partorito un topolino : la social card di 40 euro mensili a sostegno delle persone disagiate. “Non si poteva fare di più” sentenziano i politici. Certo che si potrebbe! Magari sgravando il cittadino delle troppe tasse e facendole pagare a tutti, evitando tanti sprechi, abbassando il numero dei parlamentari e riducendo il loro lauto stipendio e potremmo continuare a lungo. Ma in Italia per lo meno una cosa funziona benissimo ed è il volontariato. E’ così che singoli cittadini, associazioni benefiche ed altri si mobilitano, secondo lo spirito evangelico, per dare sostegno ed assistenza ai più bisognosi. Un esempio è la nascita al Ponte Casilino di Roma dell’Emporio Caritas, il supermarket della solidarietà! E’ un presidio sociale, voluto da Caritas e Comune di Roma, con la partecipazione di organizzazioni di volontariato: Comunità di S. Egidio, Circolo S. Pietro, Compagnia di S. Paolo, Associazione Banco Alimentare ed altri. Il supermarket è una struttura che permette alle famiglie indigenti di fare la spesa con una card da 200 euro mensili, in uno spazio attrezzato come vero e proprio supermercato, con tanto di casse automatizzate, carrelli e scaffali pieni di cibo, abbigliamento, materiale scolastico e giocattoli. In un recente servizio televisivo si raccontava di centinaia di persone che, a testa bassa o nascoste dietro buste di plastica, già dal primo mattino si mettono in coda per la sopravvivenza. E fa rabbia sentire al telegiornale i tour operator soddisfatti perché i loro pacchetti di viaggi natalizi sono stati già tutti prenotati. Nonostante la crisi, c’è gente che “s’è sparata” tutta la tredicesima o ha contratto debiti, pur di non rinunciare al viaggio di piacere; addirittura ha prenotato un italiano su sette.
E' così che va la vita : c'é chi non fa che piangere miseria e chi resta muto; noi ammiriamo questi ultimi che pur non avendo un centesimo in tasca, possiedono invece tanta dignità nell'animo!

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