lunedì 1 dicembre 2008

La vita umana è come un corteo.

Un gradito regalo dalla collega di classe per il mio recente pensionamento è stata l’opera del filosofo Luciano, persiano di nascita e greco di adozione. Dapprima sofista, mercante della parola; ma poi critico con la filosofia, la religione ed ogni forma di dogmatismo che pretendono di imporre verità mai provate. Egli dice che la vita va accettata per quella che è e che solo la morte- e non l’operare dell’uomo- potrà appianare le disuguaglianze sociali che lacerano il mondo, distribuendo quella dose di giustizia e di parità che sulla terra mancano. A tal proposito, nella sua opera “Menippo” così ci presenta la vita degli uomini: “Io ripensavo alla vita umana, che mi pare come una lunga processione. Fortuna è il cerimoniere che ordina e distribuisce gli uffici e le vesti: ti piglia uno che le viene innanzi, lo veste da re, gli mette la tiara in capo, lo circonda di guardie, lo corona d'un diadema; sopra un altro getta una tonacella da servo; a chi da un aspetto bello, a chi uno brutto e ridicolo, perché lo spettacolo dev'essere variato. Spesso nel mezzo della processione muta gli ordini, e fa scambiar vesti a taluni; spoglia Creso, e gli fa prendere abito di servo e di prigioniero; e Meandro, che era vestito da servo, ella lo riveste dei regali paramenti di Policrate, e glieli fa portare per qualche tempo. Finita la processione, ciascuno restituisce gli ornamenti, e si spoglia delle vesti e del corpo: e tutti ritornano come erano prima, l'uno indifferente dall'altro. Alcuni sciocchi quando la Fortuna si presenta a richiedere gli ornamenti, l'hanno a male e se ne sdegnano, come se fossero spogliati di roba loro, e non di roba prestata per poco tempo.”

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